Anti-Edipo

Ii desiderio nomade e polimorfo, forza della natura che la cultura incanala, devia, spezza, inaridisce privandola di quella potenza  creatrice che ritroviamo ormai, sebbene completamente stravolta, nella schizofrenia.

La sua interdizione verso oggetti parentali proibiti prende e macchina in tal modo i flussi libidici, anarchici e socialmente eversivi, da un congegno perverso che, colpevolizzando il desiderio, lo consegna, arreso, alle forze della riproduzione sociale ed in luogo dell’oggetto proibito dall’interdizione edipica, si crea un vuoto che sarà riempito di merci.

Non c’e’ un sogggetto ne’ un oggetto del desiderio: la psicoanalisi, facendone un rappporto tra questi due poli, lo pietrifica, lo irriggidisce nella relazione edipica. La terapia analitica non fa che ridurre alla sfera del privato, forze di per sè rivolte al sociale, alla storia e per cio’ stesso eversive.

Di fronte a flussi libidici incontrollati, dispersivi, erranti che attraversano i corpi, gli psichismi individuai, i gruppi, le masse aggregandoli e disgregandoli (ne sono effetti l’eremetismo, le crociate, il nomadismo, l’orda, il vagabondaggio) l’apparato psicoanalitico propone la sua efficacia normalizzante. Nell’interpretazione, gli enunciati desideranti vengono tradotti nel lessico familiare, edipizzati.

Una volta legato all’oggetto interdetto, il desiderio viene connesso, dall’altro capo, ad un soggetto colpevolizzato e si produce in tal modo una situazione di vuoto (l’oggetto impossibile) e di colpa, sulla quale opera la riproduzione sociale.

L’individuo cosi’ costruito e’ pronto  funzionare da passivo produttore e consumatore di merci, del tutto espropriato dalle sue potenzialita’ rivoluzionarie. La psicoanalisi, solidale con la famiglia, procede in questo raccogliendo energie libidiche che sfuggono all’edipizzazione e le riconnette alla triangolazione familiare, disinnescando i loro potere eversivo, terrorializzandolo in un sistema di potere.

Durante il Maggio 1968, la psicoanalisi e’ inalberata, con i testi marxisti sulle barricate, in quel momento prevale la versione freudo-marxista di Wilhelm Reich e Herbert Marcuse, reinterpretata da Gilles Deleuze e Felix Guattari, epigoni della sinistra lacaniana, per cui si tratta di produrre l’inconscio, liberare il desiderio e della schizofrenia come liberta’ assoluta, come possibilita’ di soddisfacimento di ogni potenzialita’ umana. 

Da qui nasce l’idea politico-antropologica della schizoanalisi come forma d’analisi basata sull’assecondamento della metafisica schizofrenica e su una visioone del reale pluralistica, affermativa ed energetica. 

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